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الثلاثاء، 24 نوفمبر 2015

المشترك بين أخلاقيات الهاكر والمثل الأعلى للماركسية هو أن المعلومات ليست ملكية خاصة أو بيع وشراء، ولكنها منفعة عامة

In un momento in cui, in Italia, si sta mettendo in dubbio la necessità di disseminare fra le varie discipline un sapere non specialistico come la filosofia, Lévy invita a pensare a un mondo nel quale l'accessibilità diretta dell'informazione in rete mette in crisi sia il ruolo dell'insegnante come trasmettitore e venditore di nozioni, sia il potere dei media tradizionali; un mondo nel quale lo stesso "mercato" non si accontenta più di una "professionalità" che rimanga immutata dall'inizio alla fine della vita lavorativa, ma richiede un apprendimento permanente. Scuole e università non potranno più essere luoghi di concentrazione della conoscenza come collezione di nozioni, ma dovranno diventare animatrici dell'intelligenza collettiva, per allievi che, potendole trovare da sé, non hanno più bisogno di nozioni, bensì di carte nautiche personali per muoversi nel mare dell'informazione (pp. 153-162). Ragionare in questi termini significa proporre di trattare l'informazione in quanto tale non come un oggetto di proprietà privata e di compravendita, ma come un bene pubblico, il cui valore sta nell'accessibilità, nella condivisione e nell'interconnessione. Questo è un punto in comune fra l'etica hacker e l'ideale marxista della collettivizzazione dei mezzi di produzione, se l'informazione va annoverata fra questi. E bisogna chiedersi, come fa, con molta chiarezza Lévy, se la riduzione dell'informazione a res privata non sia connessa alla volontà di conservare posizioni di potere sia nella distribuzione, sia nella acquisizione della conoscenza.

http://bfp.sp.unipi.it/rec/levy.htm

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